Allenamenti, sacrifici, risate, stanchezza.
Tutto questo per cosa? Ovviamente per curare la propria salute fisica e mentale e per stare in compagnia. Spesso però molti atleti hanno la volontà di coronare il proprio impegno tramite un evento dove centinaia, se non migliaia, di atleti si sfidano tra loro per confrontarsi e mettere in mostra le proprie abilità: una gara.
Quando ero piccolo prima delle competizioni sentivo un’enorme pressione addosso, spesso portandomi ad essere assalito dall’ansia. Non lo davo a vedere, ma cavolo se ero agitato. Non ho mai ambito a diventare campione olimpico, ma quando mi trovavo in pista la paura di non essere sul podio mi raggiungeva comunque, come un chiodo fisso. Penso che questo fosse causato dal vedere i miei amici, che giocavano a sport di squadra come calcio, basket o rugby, puntare sempre alla vittoria, prendendo la sconfitta come un evento talmente negativo da vergognarsene. Ciò che non avevo ancora compreso, però, è che, a differenza di un qualsiasi sport di squadra, l’Atletica è una disciplina dove non gareggia, per l’appunto, una squadra, ma la singola persona e che quindi ci si confronta principalmente solo con se stessi.
Da ciò ho imparato che, oltre a gareggiare contro altri atleti, il vero avversario sei tu, con tutti i tuoi pregi e difetti. Se non si è in forma, nessun compagno di squadra può aiutarti durante la gara e di questo si deve essere consapevoli. Ciò spinge a mettersi in gioco, ma anche ad accettare la sconfitta. Come dice mio padre: “l’importante è dare il massimo!”. Con questa convinzione ora gareggio, e vi assicuro che l’ansia non mi attanaglia più come un tempo. Naturalmente se la gara è importante a volte può tornare, ma riesco comunque a godermi il momento!
Ora scusatemi, ma il mio allenatore mi chiama, devo andarmi ad allenare per la prossima gara!